martedì 20 marzo 2012

LO DEFINISCONO FAIR PLAY, MA CHIAMIAMOLO PURE BUONSENSO

LO DEFINISCONO FAIR PLAY, MA CHIAMIAMOLO PURE BUONSENSO





Nel recupero di una gara non giocata nel campionato Allievi regionali, si affrontavano all'antistadio due squadre che a livello giovanile hanno una grande tradizione: i padroni di casa pescaresi della D'Annunzio Marina e gli ospiti della Bacigalupo Vasto.

Gara giocata a buoni ritmi e con buona tecnica da giocatori promettenti, con tanto pubblico sugli spalti e la conferma che i settori giovanili sono la vera base di tutti gli sport.

Per la cronaca, la partita si è conclusa per 4-2 a favore della D'Annunzio.

Ma la notizia non è questa.

Siccome spesso il calcio viene messo alla ribalta per motivazioni non proprio edificanti dal punto di vista della cultura sportiva, stavolta ci piace solo sottolineare un episodio di fair play, che assume un significato ancora più sottile se compiuto da un ragazzo ben al di sotto della maggiore età.

Vistosi assegnare un rigore che probabilmente non c'era, l'attaccante della D'Annunzio Andrea Tebaldi – posizionato il pallone sul dischetto – ha deciso volontariamente di calciare il penalty fuori.

Magari in quel momento non tutti potevano essere d'accordo sul gesto, ma Tebaldi ha deciso così e ha deciso per il meglio, perché se il calcio non torna a essere prima di tutto uno sport, un grande futuro non ce l'ha.

Quel futuro che Tebaldi si guadagnerà anche attraverso questi gesti, oltre ai gol che tornerà presto a segnare quando ce ne saranno le opportunità.

Fair play? Si usa chiamarlo così, ma forse potremmo tradurlo semplicemente con un più italiano buonsenso.





UFFICIO STAMPA D'ANNUNZIO MARINA CALCIO

rif. PAOLO SINIBALDI






Nella foto allegata: Andrea Tebaldi è il quarto da destra tra gli accosciati.

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