lunedì 21 maggio 2012

DEDICATA A TE





“Dedicata a te”

di PAOLO SINIBALDI

Che c'entrano le lacrime con una promozione in serie A? C'entrano eccome: sono le lacrime di Zdenek Zeman alla fine di Sampdoria-Pescara, le stesse versate all'indomani del 30 marzo quando il destino ci ha tolto Franco Mancini, le stesse forse di quel maledetto 14 aprile per Piermario Morosini.

Zeman è innanzitutto un grande uomo. Anche nel momento della festa, non ha certo potuto dimenticare le persone e i fatti importanti che hanno caratterizzato la sua vita, la sua stagione. Quelle lacrime, di gioia e di malinconia, fanno la differenza tra chi non ha in dote la capacità di ricordare e si limita solo a capire il gol, il rigore, il cartellino, la vittoria e la sconfitta, e chi invece pensa e sa che oltre al calcio e alle soddisfazioni personali egoistiche, c'è molto di più.

Zeman è “merce” rara in questo senso, è una persona vera e naturalmente è uno dei migliori allenatori sulla faccia della terra.

“Mi viene sempre in mente Franco”,lo ha detto Zeman a un giornalista televisivo che lo incalzava e lo ha detto non in un momento qualsiasi, ma esattamente pochi minuti dopo la fine vittoriosa di Sampdoria-Pescara. Sembrava un bambino con la sua trasparenza nel dire le cose, e invece era semplicemente una persona straordinaria e di poche parole, che quando però le proferisce dice sempre la verità.

Un uomo che non ha avuto paura di nascondere le sue emozioni più intime, alla faccia di chi ha pensato e pensa solo a champagne e fuoriserie, alla faccia di chi per vincere nello sport come nella vita sa solo barare e cercare scorciatoie. Zeman non ha bisogno di tentare illeciti o di indossare improbabili parrucchini, non ha bisogno di esasperare il suo mondo, il mondo del calcio, soprattutto non ha bisogno di omologarsi agli altri. E non gliene frega niente se gli scudetti sulla maglia sono due o tre.

Io non so se Zeman resterà a Pescara anche nella prossima stagione, francamente e in modo egoistico me lo auguro, ma d'altro canto sogno anche di vedere l'allenatore boemo vincere il campionato o la Champions League. Lo meriterebbe.

Zdenek ci ha insegnato a vincere facendo spettacolo, ma allo stesso tempo ci ha anche fatto capire che nello sport esiste la vittoria e pure la sconfitta. E che si può perdere anche diverse partite di seguito senza per questo entrare in crisi, perché ugualmente si possono vincere altrettante partite, ma sempre con la testa alta.

Zdenek è la cartolina migliore per la piazza di Pescara, lo sarebbe stato anche se non fosse arrivata la promozione e questo è tutto dire.

Ora che è arrivata anche questa, però, possiamo affermare che è stata la promozione forse più bella della storia del Pescara, perché ottenuta come se fosse il racconto di una vita intera, attraversando gioie e tanti dolori, facendo crescere i giovani, puntando sui giovani, dando fiducia ai giovani.

Questi sono messaggi per il calcio, ma sarebbero buoni per la politica, per Mario Monti, per l'economia, per Marchionne, per chi ogni giorno al di fuori dello sport è in difficoltà e non vede la luce.

Zeman è tutto questo.

Immobile ha detto che il merito di questa promozione è tutto di Zeman: è vero.

Dedicata a te, mister. Dedicata a Domenico, a Piermario, a Davide, a Franco, dedicata a tutti quelli che pensavano che il calcio fosse fatto solo di gol realizzati e subiti e di violenze sugli spalti.

E invece è il mondo più bello dove coltivare i propri sogni e le proprie emozioni, senza paura di versare lacrime per chi non c'è più. Anche quando tutti gli altri stappano lo champagne.

Ora, finalmente, posso versare anch'io la mia lacrima.

Dedicata a te.

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