Otto giorni di intenso lavoro per
cercare di recuperare presto la condizione ottimale. Il lungo
lockdown causa Coronavirus, ha danneggiato tutti gli sportivi
agonistici, ma in particolare loro. Il triathlon, si sa, è una sport
diverso e incatalogabile, composto dalle tre discipline di nuoto,
bici e corsa, e restare troppo tempo fuori dalle normali sessioni di
allenamento può essere “letale”. Specie per chi, come Léo
Bergère, Angelica Olmo e Verena Steinhauser avevano (e hanno) come
obiettivo i Giochi Olimpici di Tokyo.
Hanno scelto Pescara e Montesilvano per
questo duro training: Léo Bergère, triathleta della nazionale
francese, campione del mondo in carica a staffetta con la Francia, in
corsa per le Olimpiadi di Tokyo e numero 8️ al mondo nel ranking;
Angelica Olmo del gruppo sportivo Carabinieri, triathleta della
nazionale italiana, vincitrice della coppa del mondo in Nuova Zelanda
e top ten nel circuito mondiale, in corso per la qualifica per Tokyo;
Verena Steinhauser del gruppo sportivo Fiamme Oro e della nazionale
italiana, podio in 4 coppe del mondo, in corsa per la qualifica
olimpica per Tokyo.
Insomma, se in questi giorni vedete dei
super-atleti nella piscina olimpionica delle Naiadi o nel mare
antistante, o in bici su qualche percorso impegnativo oppure di corsa
su strada parco o lungomare di Pescara e Montesilvano, non
preoccupatevi... sono loro!
Perché hanno scelto le nostre zone per
allenarsi? Intanto perché Simone Mantolini è di Montesilvano e
perché qui si è trasferita anche l'altoatesina Steinhauser. Hanno
parlato così bene delle caratteristiche geografiche alla lombarda
Olmo e al francese Bergère, che appena si è creata l'occasione e
c'è stata la possibilità di viaggiare, hanno scelto proprio
Pescara/Montesilvano. L'obiettivo? A un anno ovviamente Tokyo, ma
attenzione perché tra pochi giorni, a fine agosto ci sono i
Campionati Europei in programma a Tartu in Estonia. La speranza?
Ovvio, vincere.
E in effetti potrebbero vincere ancora
per tanti anni, viste le loro classi di età: Bergère e Olmo 1996,
Steinhauser 1994, e quello che pronosticano gli addetti ai lavori.
Cioè, il tetto del mondo.
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