Tira una brutta aria in seno alla pallanuoto
pescarese, o meglio in seno al Pala-Pallanuoto delle Naiadi, perché in fondo la
questione ruota tutta intorno a questa mastodontica struttura molto difficile
da gestire. In sintesi: la riapertura dell’impianto e di tutte le attività al
suo interno era prevista per il 10 settembre, ma il gestore delle Naiadi
Luciano Di Renzo ha deciso di tenere le porte chiuse a tempo indeterminato,
provocando così lo stop totale di tutte le categorie in particolare giovanili,
e forse – lo vedremo – anche della prima squadra. Motivo: il Pala-Pallanuoto
costa troppo, impossibile tenerlo aperto. Riflessione: fermare la pallanuoto è
preoccupante, a livello agonistico ma anche sociale e educativo, perché oltre
200 ragazzi tesserati restano a casa o chissà dove, interrompendo anche un
percorso sportivo che così di rischia di essere gettato nel cestino. I genitori
sono in rivolta e cercano una difficile trattativa per far tornare Di Renzo sui
suoi passi. Di Renzo a sua volta ha chiamato in causa anche il disinteresse
della classe politica, che invece ha replicato ricordando che a sua tempo ha
concesso la gestione delle Naiadi a cifre quasi gratuite. Un caos, insomma. Ma
l’altra società pescarese di pallanuoto, la Bustino, sottolinea che non è vero
che la pallanuoto sta morendo, che c’è sempre la possibilità di convogliare i
giovani atleti presso di essa. Al Pala-Pallanuoto o altrove? Ecco che torna
tutto a ruotare attorno al “mostro” ubicato sulla strada-parco.
Nessun commento:
Posta un commento