martedì 24 luglio 2012

LONDRA 2012: AMEDEO POMILIO ALLA QUINTA PARTECIPAZIONE







Parte oggi l’avventura olimpica di Amedeo Pomilio, con tanta adrenalina… Perché stavolta di attesa per le gesta dell’Italia della pallanuoto, ce n’è davvero tanta. Quell’Italia della pallanuoto che aveva fatto sognare il mondo nei fantastici anni Novanta, quell’Italia che sembrava caduta nell’oblìo nel decennio successivo, almeno fino a quando sulla panchina azzurra è stato proposto il duo Sandro Campagna (c.t.) con il suo vice, appunto Amedeo Pomilio. Era la fine del 2008, dopo anni di delusioni, ci voleva il mix giusto per far ripartire il “Settebello”. Il pescarese Pomilio da parte sua ci ha messo calma e psicologia, oltre a conoscenze tecnico-tattiche maturate prima da giocatore e poi da c.t. delle giovanili dell’Italia. E’ la sua quinta partecipazione alle Olimpiadi, tre da atleta e due da allenatore: “Ogni volta è sempre un’emozione grandissima, perché devi mettere in acqua non solo le capacità sportive, ma anche quelle emotive, mentali, devi saper reggere le pressioni, devi estraniarti da tutto”. L’Italia – con la gestione Campagna-Pomilio – è reduce dall’argento agli Europei del 2010 e dall’oro ai Mondiali di Shanghai: stavolta le pressioni saranno davvero tante… “Certo, e noi dobbiamo essere in grado di essere superiori a tutto. Ma è bene sottolineare che la vittoria è frutto di particolari, della perfezione, e che è comunque molto importante essere riusciti a riportare l’Italia tra le migliori al mondo. Poi vinca il migliore”. Chi è il migliore? “Credo che nessuno sport in questo momento abbia questa caratteristica di equilibrio che ha la pallanuoto. In prima linea vedo Serbia, Montenegro, Ungheria, Croazia, Italia e ci metterei anche gli Usa. Ma attenzione alla Spagna, all’Australia e alla Grecia”. Quest’anno sono 20 candeline dal successo di Barcellona. Il pensiero inevitabilmente cade lì? “Inevitabilmente. Grazie a Dio ho vinto molto, ma il primo posto a un’Olimpiade è qualcosa di indescrivibile. Sì, credo che ogni tanto a Londra penserò a quello che è stato a Barcellona, sperando di ripetere quell’impresa con questo nuovo ruolo tecnico”. Nessuna paura, quindi, anche se l’Italia nel 2012 qualche sconfitta qua e là l’ha rimediata? “E’ lo sport, si vince e si perde. E soprattutto, ogni squadra fa la sua strada, c’è chi ha preparato meglio gli Europei o la World League e chi magari ha puntato tutto su Londra. Nessuna paura, specie adesso che quei giocatori che mesi fa avevano avuto acciacchi fisici, ora stanno bene. Ce la giocheremo, questo è sicuro”. Pensierino finale per… “Non per una persona in particolare, piuttosto per Londra 2012. Questa Olimpiade sarà diversa dalle altre perché il Villaggio Olimpico e la zona degli impianti sportivi è praticamente la stessa o quasi, quindi sarà molto emozionante viverla questa Olimpiade, in acqua e fuori dall’acqua. Non si staccherà mai la spina, una esperienza fantastica ma anche molto difficile”.








Micidiale attaccante mancino, cresciuto in una famiglia di sportivi (suo padre Gabriele è stato grande dirigente della pallanuoto, sua cugina Malì campionessa di basket), Amedeo Pomilio milita per gran parte della carriera a Pescara. Con il club biancazzurro vince tantissimo: tre scudetti, la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe (3), la Coppa Len, la Supercoppa (2), oltre alla Coppa Italia (5).
Entra nel giro azzurro molto giovane e già nell’89 è bronzo agli Europei e secondo nella Coppa Fina. Sesto ai Mondiali nel ’91 e quarto agli Europei, vince i Giochi del Mediterraneo di Atene. Nel 1992 il punto più alto di una super-carriera, con l’oro olimpico a Barcellona, poi nel ’93 oro agli Europei di Sheffield, ai Giochi del Mediterraneo in Francia e alla Coppa Fina. Campione del mondo a Roma ’95, secondo alla Coppa Fina; primo agli Europei, poi prende parte alle Olimpiadi di Atlanta nel ’96 dove l’Italia è terza. La sua ultima Olimpiade da giocatore, a Sidney nel 2000, dove l’Italia chiude al quinto posto.
Pao.Sin.

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